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Di Pierluigi Mascaro – Cultore della materia in Diritto dell’ambiente presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università LUISS Guido Carli di Roma
A fronte di un PNRR che prevede per l’Italia quasi 70 miliardi di risorse stanziate per agevolare la rivoluzione verde e la transizione ecologica, la maggior parte degli intermediari finanziari italiani ha già integrato la sostenibilità nel proprio piano strategico ma, soprattutto, sta lanciando un’offerta di soluzioni in linea con i nuovi paradigmi ESG (Environmental – Social – Governance).
A questo riguardo la ricerca “Consumer ESG Credit” – realizzata da CRIF in collaborazione con SDA Bocconi School of Management ed Assofin, presentata in occasione dell’edizione 2021 del CRIF Finance Meeting – ha consentito d’indagare, per la prima volta in Italia con riferimento ai finanziamenti retail, il grado di sensibilità verso le tematiche ESG di un campione di banche generaliste e operatori specializzati nel credito al consumo, multi-franchise e captive, rappresentativi del mercato italiano, al fine di comprendere come questo fenomeno di trasformazione stia impattando la domanda e l’offerta di credito al consumo.
L’offerta di finanziamenti al consumo green
Gli istituti di credito intervistati hanno dichiarato che l’incidenza del credito a sostegno degli acquisti di prodotti a basso impatto ambientale, rispetto al totale dei flussi finanziati, sia stata in leggera crescita nel 2020. Dall’indagine quantitativa, emerge che la percentuale di finanziamenti per spese “green” passa dal 4% nel 2019 al 7% nel 2020 – non considerando le carte di credito – evidenziando un importante incremento dell’incidenza del green lending.
I prestiti finalizzati
Per quanto concerne i prestiti finalizzati “green”, le società di credito offrono principalmente soluzioni per supportare investimenti per la mobilità sostenibile, per impianti a energia rinnovabile, isolamenti termici e altri interventi finalizzati a ridurre l’impatto ambientale delle abitazioni. In questo caso, il contratto di finanziamento è correlato all’acquisto del bene o servizio, che facilita, anche se non sempre, l’identificazione di una finalizzazione “green”.
Nonostante gli impatti della pandemia, gli operatori intervistati dichiarano di osservare un costante aumento delle richieste da parte dei consumatori di prestiti finalizzati all’acquisto di autovetture ibride o elettriche negli ultimi anni. Al riguardo, dall’indagine campionaria condotta nell’ambito della ricerca, emerge che ¼ dei flussi finanziati nel 2020 per autovetture nuove si riferisce ad acquisti di veicoli ibridi ed elettrici. Gli opinion leader coinvolti nella fase qualitativa dichiarano inoltre che tale percentuale ha assunto un valore ancora più elevato nel corso del 2021.
Accanto a questo dato, occorre considerare come, tra le banche e le società finanziarie che propongono prestiti finalizzati al sostegno di acquisti “green”, il 50% di tali soggetti includa degli incentivi nella propria offerta, per le richieste di prestiti destinati all’acquisto di auto e moto a basso impatto ambientale.
Nello specifico, il 29% di queste propone un piano di ammortamento flessibile o un tasso d’interesse più basso, mentre il 21% delle società rispondenti offre altre tipologie di agevolazione, come l’azzeramento delle spese d’istruttoria pratica, per indirizzare la clientela verso scelte “green”. Non sono rare, inoltre, le proposte di finanziamento con durata più lunga, anche del 40%, per le quattroruote elettriche, al fine di accompagnare il cliente al cambiamento. Dalla ricerca, emerge come tutte le società finanziarie che al momento non offrono prestiti finalizzati agevolati per incentivare l’acquisto di veicoli “green”, dichiarano di voler inserire questo tipo di prodotto all’interno del portafoglio di offerte nei prossimi 2 o 3 anni.
Relativamente ai prestiti finalizzati all’acquisto di beni per la casa, invece, il 64% delle società che offre questo tipo di finanziamenti propone una linea di prodotti pensati per acquisti in linea con l’efficientamento energetico delle abitazioni e l’energia rinnovabile. In linea generale, tra i beni per la casa per i quali il consumatore può richiedere un prestito “green”, rientra l’installazione d’impianti fotovoltaici e di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici, la realizzazione di opere d’isolamento termico dell’involucro dell’abitazione e di sostituzione degli impianti di climatizzazione, l’acquisto di elettrodomestici ed illuminazione di classe A+ (o superiore) e la sostituzione dei serramenti.
Tra le agevolazioni proposte da circa due terzi delle banche e società finanziarie intervistate, la ricerca CRIF – SDA Bocconi – Assofin rileva che il 60% di esse offre un tasso d’interesse più basso per i prestiti finalizzati all’acquisto di beni “green” per la casa, rispetto a quelli tradizionali, mentre il 20% propone un piano di ammortamento flessibile. Nello specifico, la totalità delle società rispondenti osserva un aumento delle richieste di questo tipo di finanziamenti finalizzati negli ultimi 2/3 anni.
Prestiti personali
Per quanto riguarda i prestiti personali, invece, il 44% degli istituti finanziari coinvolti nella ricerca dichiara di avere evidenza che il prestito concesso sia stato utilizzato per spese e investimenti in prodotti “green”, quali autovetture ibride o elettriche ed impianti per l’efficientamento energetico delle abitazioni.
Inoltre, quasi la metà dei rispondenti ha confermato di offrire una linea di prodotti con particolari caratteristiche per i prestiti personali “green”, proponendo un tasso d’interesse più basso nel 50% dei casi e minori commissioni nel 25%, rispetto all’erogazione di un prestito tradizionale.
La sensibilità dei consumatori verso la sostenibilità e le tematiche ambientali è sempre più elevata, anche se le scelte di acquisto “green” restano spesso ancora influenzate dal vantaggio economico immediato. A questo riguardo, la ricerca condotta offre una visione originale sul fronte delle tematiche ESG dal punto di osservazione – ad oggi meno esplorato – del credito al consumo “green”. In uno scenario in rapida trasformazione, che indubbiamente beneficerà delle opportunità derivanti dall’implementazione del PNRR, va considerato che anche le linee guida dell’Autorità Bancaria Europea (EBA) contengono nuovi criteri da adottare durante le fasi di concessione e gestione dei finanziamenti, suggerendo d’incorporare anche i fattori ESG nell’analisi finanziaria dei richiedenti credito. Alla luce di questo, gli intermediari finanziari stanno maturando una chiara consapevolezza di come, offrendo prodotti di credito ad hoc, potranno cogliere importanti opportunità di business e, al contempo, giocare un ruolo determinante nel favorire il perseguimento degli obiettivi climatici e della transizione verso un modello di sviluppo sostenibile.
L’attenzione degli istituti di credito ai temi ESG
L’attenzione alle tematiche ESG da parte degli operatori di settore trova un riscontro nelle offerte rivolte ai clienti finali, che incoraggiano i consumatori e le imprese a compiere scelte più ecosostenibili ed a generare un impatto sociale positivo. Per soddisfare la crescente domanda, molti operatori del credito stanno lanciando soluzioni di prodotti “green” mirati, come mutui e prestiti, allo scopo di stimolare gli acquisti o la realizzazione di lavori in ottica sostenibile.
Dalla ricerca CRIF – SDA Bocconi – Assofin emerge che già nel 2021 l’81% delle società intervistate offriva soluzioni di prestito “green” ai propri clienti, ovvero finanziamenti dedicati all’acquisto di beni e servizi che contribuiscono principalmente a ridurre il proprio consumo energetico o l’utilizzo di energia da fonti fossili.
Se fino a qualche anno fa i prodotti “green” occupavano una parte minoritaria del portafoglio delle offerte di credito ai consumatori, oggi per il 43% delle banche e società finanziarie rappresentano una priorità addirittura maggiore dei prodotti tradizionali. Per altro, questa priorità è destinata a crescere nei prossimi 2/3 anni per oltre il 57% delle aziende di credito intervistate, guidata da una serie di driver tra i quali l’opportunità di miglioramento della propria reputazione ed immagine aziendale (29%), un’aumentata customer loyalty (15%) ed il necessario allineamento alle normative vigenti (14%).
Il credito è un vettore essenziale per promuovere la transizione “green” nelle abitudini dei consumatori, e l’accensione di un finanziamento a sostegno della realizzazione di un progetto eco-virtuoso incontra, rispetto al passato, maggiore apertura da parte dei consumatori. Vi è tuttavia ancora non poca strada da percorrere: da un lato i consumatori devono acquisire ancora maggior sensibilità ai temi ambientali e far propria l’idea che acquistare un bene “green” è positivo di per sé non solo se accompagnato da un beneficio economico, dall’altro banche e finanziarie, alla luce della sensibilità appena evidenziata, devono sviluppare proposte sempre più convenienti anche per quanto concerne le condizioni. Da questa angolazione, allocare parte degli incentivi pubblici riconosciuti al “green” sulla componente finanziamenti potrebbe avere effetti importanti, posto che i dati asseriscono che oltre la metà degli italiani sostiene che la possibilità di accedere ad un finanziamento agevolato aumenterebbe la propria propensione a sostituire gli impianti domestici o l’auto passando a sistemi e tecnologie ecosostenibili.
Dalle evidenze della ricerca, sembra evidente come la maggior parte degli operatori di settore sia impegnata a modificare l’offerta di credito al consumo, investendo in linee di prodotto specifiche, anche a seguito del graduale processo che vede prioritaria la produzione di beni di consumo a bassa emissione di anidride carbonica. Si tratta di una scelta quasi obbligata, che permette ai player del credito al consumo di posizionarsi in tempo con un’offerta di finanziamenti in linea con le nuove esigenze dei consumatori, che dopo la pandemia sembrano diventati più sensibili alle tematiche ambientali.
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