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4 Marzo 2022 In Diritto bancario Tidona

SREP 2021: le banche europee sono solide e resilienti

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© Tutti i diritti riservati. Vietata la ripubblicazione cartacea ed in internet senza una espressa autorizzazione scritta. È consentito il link diretto a questo documento.

Di Antonio Pezzuto, ex Dirigente della Banca d’Italia

 

Il processo di revisione e valutazione prudenziale (Supervisory Review and Evaluation Process, SREP) è, come noto, un esercizio annuale condotto dalle autorità di vigilanza per valutare i rischi cui sono esposte le banche e per verificare la loro capacità di gestirli in maniera adeguata.

Lo SREP prende in esame quattro elementi principali:

  • realizzabilità e sostenibilità del modello di business;
  • adeguatezza della governance interna e della gestione dei rischi;
  • rischi di capitale (di credito, di mercato, di tasso d’interesse sul portafoglio bancario e operativo);
  • rischio di liquidità e di provvista.

A ciascuno dei suindicati elementi è assegnato un punteggio su una scala da 1 a 4 (dove 1 rappresenta il punteggio migliore e 4 il peggiore), che verrà quindi integrato in un punteggio complessivo (sempre variabile da 1 a 4).

Il 10 febbraio 2022 la Vigilanza bancaria della Banca centrale europea (BCE) ha pubblicato gli esiti dello SREP per il 2021. Nella conferenza stampa il Presidente del Supervisory Board ha precisato che nel 2021 la Vigilanza è tornata a una valutazione SREP completa, dopo aver adottato un approccio pragmatico per il ciclo SREP 2020 in seguito all’insorgere della pandemia.

I risultati emersi dall’esercizio di stress test indicano che le banche significative europee, cioè gli intermediari vigilati direttamente dalla BCE, hanno mantenuto solide posizioni patrimoniali e di liquidità, con la maggior parte che opera con livelli di capitale[1] superiori a quelli definiti dai requisiti patrimoniali e dalle linee guida. Anche le banche italiane hanno mostrato in generale una buona capacità di tenuta che le pone in grado di far fronte a eventuali futuri shock avversi[2].

Il punteggio SREP medio complessivo per il 2021 è rimasto sostanzialmente stabile rispetto a quelli dei cicli precedenti, con solo un lieve calo rispetto al 2019 del numero di banche che hanno ottenuto un punteggio di 2 e di un corrispondente leggero aumento del numero di intermediari che hanno ricevuto un punteggio di 3. Tale risultato – si sottolinea nel documento diffuso dalla Vigilanza bancaria – conferma la capacità di resilienza del sistema bancario europeo e del successo delle misure di sostegno messe in campo dalle autorità nazionali ed europee per la ripresa dell’economia.

Permangono, tuttavia, incertezze sull’evoluzione della pandemia, principalmente a causa della potenziale diffusione di nuove varianti del virus, sul perdurare di strozzature lungo la filiera produttiva che ostacolano la produzione manifatturiera. Anche altri rischi si profilano all’orizzonte; rischi legati a possibili attacchi informatici, al cambiamento climatico e al degrado ambientale, all’aumento dei tassi d’interesse dopo una lunga stagione di bassi tassi, al rialzo dell’inflazione e a perduranti pressioni sulla redditività aziendale.

In particolare, i requisiti e gli orientamenti patrimoniali complessivi, risultanti dalla somma dei requisiti di primo e secondo pilastro, del requisito di riserva combinato[3] e degli orientamenti di secondo pilastro, sono lievemente aumentati, passando dal 14,9% delle attività ponderate per il rischio nel 2020 al 15,1%[4] nel 2021 (Tabella 1). In media i requisiti e gli orientamenti complessivi in termini di CET1 (common equity tier 1) sono saliti a circa il 10,6% delle attività di rischio ponderate, dal 10,5%.

 

Requisiti patrimoniali complessivi e linee guida

 Tab. 1

Requisiti patrimonialiSREP 2020SREP 2021
Requisito complessivo14,9%15,1%
P2G1,4%1,6%
Riserve sistemiche0,7%0,7%
Riserva di conservazione

di capitale

 

2,5%

 

2,5%

P2R AT1+T20,9%1,0%
P2R1,2%1,3%
P1R AT1+T23,5%3,5%
P1R4,5%4,5%

 

I requisiti complessivi del secondo pilastro (P2R) sono aumentati dal 2,1% al 2,3%, principalmente a causa dell’introduzione di un requisito aggiuntivo imposto alle banche che non hanno operato accantonamenti sufficienti a fronte del rischio di credito sui crediti deteriorati (non performing loans, NPL) concessi prima del 26 aprile 2019.

Gli orientamenti di capitale di secondo pilastro (P2G)[5] hanno registrato un aumento dello 0,2%, dall’1,4% all’1,6%. Soltanto sei banche non si attenevano ai rispettivi P2G alla fine del 2021.

Il comunicato stampa della BCE segnala che nel corso del 2021 il rischio di credito e la governance interna sono state le due principali aree di intervento in termini di misure correttive richieste alle banche.

Con riferimento alla prima area di intervento, sono emerse presso diverse banche diffuse carenze nelle prassi di gestione del rischio di credito, mentre alcune presentavano processi di accantonamento inadeguati. In questi casi la BCE ha abbassato i punteggi relativi al rischio di credito e ha richiesto agli esponenti aziendali delle banche interessate l’adozione di idonei provvedimenti correttivi.

La consistenza complessiva degli NPL ha continuato a diminuire nel 2021[6], grazie soprattutto all’esecuzione dei correlati piani di riduzione e dismissione. La qualità degli attivi è rimasta sostanzialmente solida nell’anno in rassegna, in parte per effetto delle misure straordinarie di sostegno pubblico. Sono emersi, tuttavia, segnali di deterioramento qualitativo del credito, principalmente nei settori economici che hanno beneficiato delle misure di sostegno.

Riguardo alla governance interna, sono state riscontrate criticità nelle capacità di indirizzo strategico dei consigli di amministrazione e nei sistemi di controllo dei rischi. E’ emerso inoltre che numerose banche devono anche adottare misure per migliorare la composizione e l’idoneità collettiva dei propri organi di amministrazione, anche in termini di diversità di genere e di competenze tecniche.

Al contempo, l’attività di valutazione dei modelli di business ha evidenziato che la maggior parte delle banche non è in grado di generare utili superiori al costo del capitale, ragione per cui la redditività, sebbene abbia registrato un recupero nel 2021, permane nel complesso strutturalmente bassa.

Le valutazioni di SREP 2021 dei rischi e delle vulnerabilità nel settore bancario hanno costituito la base per l’elaborazione e la definizione della strategia della Vigilanza bancaria per il periodo 2022-2024[7]. Le tre priorità di vigilanza individuate per il prossimo triennio mirano ad assicurare che le banche europee:

  1. escano dalla pandemia in buona salute;
  2. affrontino le debolezze strutturali mediante strategie di digitalizzazione efficaci e una governance rafforzata;
  3. contrastino i rischi emergenti e in evoluzione (ad esempio, quelli di tipo climatico e ambientale) che possono concretizzarsi sia nel breve che nel lungo termine.

 

Note:

[1] Il livello di capitale che una banca dovrebbe mantenere in esito allo SREP è costituito da due componenti: i) il requisito patrimoniale di secondo pilastro (Pillar 2 requirement, P2R), per fronteggiare i rischi sottostimati o non inclusi nell’ambito del requisito patrimoniale minimo (c.d. requisito di primo pilastro); e ii) gli orientamenti di secondo pilastro (Pillar 2 guidance, P2G), che indicano il livello di capitale che una banca dovrebbe mantenere per essere in grado di superare situazioni di stress. Il P2R è un requisito giuridicamente vincolante; in caso di suo mancato rispetto, gli enti possono essere soggetti a misure di vigilanza, comprese le sanzioni. I P2G non sono invece giuridicamente vincolanti in quanto derivano esclusivamente da aspettative di vigilanza.

[2] Ad esempio, Unicredit (CET1 ratio, 15,03% fully phased e Total Capital ratio phased in, 20,1%); Intesa Sanpaolo (CET1 ratio, 15,1% fully phased e Total Capital ratio fully phased, 20,3%) e Banco BPM (CET1 ratio, 14,1% fully phased e Total Capital ratio, 17,8% fully phased).

[3] Il requisito di riserva combinato è dato dalla somma della riserva di conservazione del capitale + le riserve di capitale a fronte del rischio sistemico + la riserva di capitale anticiclica.

[4] Il dato scaturisce dalla somma dei seguenti valori: 1,6% (P2G), 0,7% (riserve di capitale a fronte del rischio sistemico), 2,5% (riserva di conservazione del capitale), 1,0% (P2R AT1+T2), 1,3% (P2R), 3,5% (P1R AT1+T2), 4,5% (P1R).

[5] P2G è una raccomandazione specifica a una banca che sta a indicare il livello di capitale che la BCE si attende che la banca mantenga in vista dell’esito di una prova di stress.

[6] A fine settembre 2021, il volume dei crediti deteriorati detenuti dalle banche significative ammontava a 402 miliardi di euro, con una riduzione del 42% rispetto a dicembre 2015.

[7] Il documento è stato pubblicato nel dicembre 2021.



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